Alessia Cristofanilli / Settembre 2022
Ciao Giamaica bella,
che mi bruci le ginocchia coi coralli.
Che mi rompi il respiro di salite e di bellezza.
Che mi parli ad alta voce. E io no, non ti capisco.
Ciao terra dolce,
di frutta in mezzo ai denti, di colazioni che si staccano dagli alberi, e lo shampoo lo fai con l'avocado e il balsamo col cactus.
Ciao terra che punge,
i piedi e le caviglie, che l'ortica è piccola e fa più male, che tutta la natura si difende con le spine, che vince lei, e fa bene.
Ciao mondo alla rovescia.
Che le radici ti crescono sulla testa.
Che le tartarughe sott'acqua hanno le ali.
Che le rane sono piccole come le mandorle.
Ciao paradiso abbandonato
Che ti guardi allo specchio e non ti piaci.
Che il primo mondo t'ha regalato lo smartphone e ti ha iscritto su tic toc, che internet costa meno di un pomodoro. E t'ha detto guardaci, e perditi la terra, e dimenticati i tramonti e i pesci, e lascia seccare i frutti sugli alberi. E compra lo snack con la plastica intorno e scriviti Nike in mezzo al petto, così ci assomigli di più, così sei un po' più come noi. Noi che ci rubiamo l'anima a vicenda. Tutti i giorni. E divoriamo l'asfalto. In fila al semaforo, in fila alle poste, in fila alla cassa. In fila alla vita. E il numeretto è sempre troppo lontano da quello sullo schermo. Però tu guardaci e credici felici.
Ciao Giamaica, bella.
Che stamattina ho guardato l'alba in fila con le capre. E loro, erano arrivate prima e allora io ho aspettato il mio turno. In fila all'orizzonte, con le capre.
E no, il vento non si vede sullo schermo.